Un pool di donne aiuta ogni giorno le lucciole sfruttate

Il fenomeno della prostituzione è sotto l’occhio di tutti e non è mai passato di moda. Ma solo nel caso delle nigeriane si può parlare di vera e propria tratta delle donne immigrate. A sostenerlo sono le responsabili del Satis, il coordinamento unico antitratta toscano che fa capo alla Società della salute pisana ma vede il Comune di Prato come ente capofila. L’occasione per fare il punto sulle tratte, in particolare su quella delle donne, è stata un’audizione della commissione consiliare speciale di studio sui fenomeni di criminalità del nostro territorio e sulle possibili azioni di contrasto. Una commissione nata qualche anno fa su proposta del consigliere di Prato libera e sicura o Aldo Milone e presieduta da Massimo Carlesi del Pd.

A fine anno verranno tratte le conclusioni e pensate azioni mirate per contrastare i fenomeni di vero e proprio sfruttamento. «Il nostro lavoro non ha scopi repressivi o moralistici – dice la coordinatrice pratese Serena Mordini – ma è rivolto soprattutto ad aiutare le donne sfruttate, informarle e proteggerle quando trovano il modo e il coraggio di denunciare gli sfruttatori. Un’opera che avviene tramite attività di ricerca, unità di strada che contattato direttamente le ragazze, sportelli di ascolto e programmi di protezione sociale presso alloggi di emergenza situati in zone diverse da quelle in cui lavorano. C’è poi il numero verde regionale gratuito attivo 24 ore su 24, 800 186 086, che chiunque può chiamare per segnalare casi di sfruttamento. Spesso sono gli stessi clienti delle prostitute a chiamarci».

Articolo pubblicato dal TIRRENO:
Il punto sulla prostituzione a Prato delle operatrici di Satis: dalla tratta delle nigeriane alle nuove “maman” cinesi
a cura di Francesco Albonetti 

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